Negli ultimi decenni, le popolazioni di ungulati hanno avuto un notevole incremento fino al raggiungimento, in alcune zone del Nord Europa e Nord America, della capacità portante. Tale fenomeno è imputabile alla drastica diminuzione dei loro predatori naturali (principalmente lupo e lince) ed a cambiamenti gestionali intervenuti nella caccia, nella silvicoltura e nell’agricoltura. Il sovrappopolamento di queste specie (in particolare cervi, renne ed alci) è stato a lungo studiato, mettendo in evidenza come l’azione del sovrappascolo comporta effetti negativi sulla vegetazione e conseguentemente sulla fauna sia vertebrata che invertebrata. L’ungulato maggiormente presente sulle Alpi è il cervo rosso (Cervus elaphus). All’interno del Parco Nazionale dello Stelvio (PNS) sono presenti zone di sovrappopolamento, sulle quali però non sono mai stati effettuati studi riguardo l’impatto sulla fauna invertebrata. Questa carenza conoscitiva ha portato allo sviluppo della presente tesi di laurea che si è posta come obiettivo principale quello di fornire un primo contributo alla conoscenza della presenza o meno di un impatto causato dall’elevata densità di cervo sulle popolazioni di carabidi (Coleoptera: Carabidae) nel PNS. La scelta dell’utilizzo di questa famiglia di coleotteri è motivata dal loro riconosciuto ruolo come bioindicatori e perché già nel Nord Europa hanno mostrato di reagire in vario modo agli effetti causati dal sovrappopolamento di ungulati sull’ambiente. Per questo studio sono dunque stati selezionati 20 plot distribuiti fra il settore lombardo e quello trentino del PNS, lungo un gradiente altitudinale esteso dai 1400 ai 2200 m di quota, con diversa esposizione ed in tipologie forestali differenti. In ciascun plot i carabidi sono stati campionati, durante il periodo maggio-ottobre 2014, attraverso l’utilizzo di pitfall traps. La stima dell’abbondanza di cervo è stata eseguita attraverso la conta delle fatte (pellet group count) i cui dati sono stati usati come proxy della stima della densità invernale dell’ungulato. Mediante l’utilizzo di Modelli Lineari Generalizzati misti è stato testato l’effetto della quota, esposizione, tipologia forestale e densità di cervo sulla: ricchezza in specie di carabidi, abbondanza di carabidi e frequenza dei seguenti functional traits: specie brachittere, specie predatrici, specie a sviluppo larvale lento e dimensioni corporee. È stata inoltre effettuata un’Analisi della Corrispondenza Canonica (CCA) per descrivere le preferenze delle specie di carabidi per le variabili ambientali considerate. I risultati hanno mostrato come il cervo, nel PNS, non abbia effetti significativi sulla ricchezza in specie e sull’abbondanza di carabidi, né sulla frequenza dei functional traits, che invece risultano influenzati dalle variabili ambientali di quota, esposizione e tipologia di habitat forestale. Una selezione ad hoc di plot noti quali aree di svernamento potenzialmente utilizzate dal cervo ha mostrato valori vicini alla significatività, lasciando solo intuire la presenza di un possibile effetto. È invece stato dimostrato come la presenza di specie tipiche di ambienti aperti e periodicamente perturbati sia favorita in plot con alta densità di cervo. I risultati ottenuti dalla ricerca suggeriscono che, sulle Alpi, la quota, l’esposizione e la tipologia forestale siano le variabili che guidano la ricchezza e distribuzione delle specie di carabidi e il loro effetto è superiore al disturbo apportato dal sovrappopolamento di cervo. I dati quindi non concordano con quanto rilevato in Nord Europa dove l’omogeneità ambientale dei siti frequentati dai cervi porta ad avere un effetto marcato del sovrappopolamento sulla fauna invertebrata.
Vassena, Ivan(2013-2014).Effetti della sovrabbondanza di cervo sulle cenosi di coleotteri carabidi nel Parco Nazionale dello Stelvio.Corso di Laurea magistrale in Scienze della Natura,Facoltà di Scienze e Tecnologie,Università degli Studi di Milano.Fiorenza De Bernardi,Mauro Gobbi, Luca Pedrotti,42.
Effetti della sovrabbondanza di cervo sulle cenosi di coleotteri carabidi nel Parco Nazionale dello Stelvio
Vassena, Ivan
2015-01-01
Abstract
Negli ultimi decenni, le popolazioni di ungulati hanno avuto un notevole incremento fino al raggiungimento, in alcune zone del Nord Europa e Nord America, della capacità portante. Tale fenomeno è imputabile alla drastica diminuzione dei loro predatori naturali (principalmente lupo e lince) ed a cambiamenti gestionali intervenuti nella caccia, nella silvicoltura e nell’agricoltura. Il sovrappopolamento di queste specie (in particolare cervi, renne ed alci) è stato a lungo studiato, mettendo in evidenza come l’azione del sovrappascolo comporta effetti negativi sulla vegetazione e conseguentemente sulla fauna sia vertebrata che invertebrata. L’ungulato maggiormente presente sulle Alpi è il cervo rosso (Cervus elaphus). All’interno del Parco Nazionale dello Stelvio (PNS) sono presenti zone di sovrappopolamento, sulle quali però non sono mai stati effettuati studi riguardo l’impatto sulla fauna invertebrata. Questa carenza conoscitiva ha portato allo sviluppo della presente tesi di laurea che si è posta come obiettivo principale quello di fornire un primo contributo alla conoscenza della presenza o meno di un impatto causato dall’elevata densità di cervo sulle popolazioni di carabidi (Coleoptera: Carabidae) nel PNS. La scelta dell’utilizzo di questa famiglia di coleotteri è motivata dal loro riconosciuto ruolo come bioindicatori e perché già nel Nord Europa hanno mostrato di reagire in vario modo agli effetti causati dal sovrappopolamento di ungulati sull’ambiente. Per questo studio sono dunque stati selezionati 20 plot distribuiti fra il settore lombardo e quello trentino del PNS, lungo un gradiente altitudinale esteso dai 1400 ai 2200 m di quota, con diversa esposizione ed in tipologie forestali differenti. In ciascun plot i carabidi sono stati campionati, durante il periodo maggio-ottobre 2014, attraverso l’utilizzo di pitfall traps. La stima dell’abbondanza di cervo è stata eseguita attraverso la conta delle fatte (pellet group count) i cui dati sono stati usati come proxy della stima della densità invernale dell’ungulato. Mediante l’utilizzo di Modelli Lineari Generalizzati misti è stato testato l’effetto della quota, esposizione, tipologia forestale e densità di cervo sulla: ricchezza in specie di carabidi, abbondanza di carabidi e frequenza dei seguenti functional traits: specie brachittere, specie predatrici, specie a sviluppo larvale lento e dimensioni corporee. È stata inoltre effettuata un’Analisi della Corrispondenza Canonica (CCA) per descrivere le preferenze delle specie di carabidi per le variabili ambientali considerate. I risultati hanno mostrato come il cervo, nel PNS, non abbia effetti significativi sulla ricchezza in specie e sull’abbondanza di carabidi, né sulla frequenza dei functional traits, che invece risultano influenzati dalle variabili ambientali di quota, esposizione e tipologia di habitat forestale. Una selezione ad hoc di plot noti quali aree di svernamento potenzialmente utilizzate dal cervo ha mostrato valori vicini alla significatività, lasciando solo intuire la presenza di un possibile effetto. È invece stato dimostrato come la presenza di specie tipiche di ambienti aperti e periodicamente perturbati sia favorita in plot con alta densità di cervo. I risultati ottenuti dalla ricerca suggeriscono che, sulle Alpi, la quota, l’esposizione e la tipologia forestale siano le variabili che guidano la ricchezza e distribuzione delle specie di carabidi e il loro effetto è superiore al disturbo apportato dal sovrappopolamento di cervo. I dati quindi non concordano con quanto rilevato in Nord Europa dove l’omogeneità ambientale dei siti frequentati dai cervi porta ad avere un effetto marcato del sovrappopolamento sulla fauna invertebrata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.