Nel 1990 Giampaolo Dalmeri identificò un sito preistorico epigravettiano sull’Altipiano dei Sette Comuni, in Provincia di Trento, Italia, internazionalmente noto come Riparo Dalmeri dal nome del suo scopritore. La frequentazione stagionale del riparo da parte di cacciatori- raccoglitori nomadi epigravettiani del Paleolitico superiore si è protratta nell’ interstadio Allerød per un periodo di 500 anni, all’incirca da 13.400 a 12.900 anni fa. La serie stratigrafica esplorata, definibile “fortemente antropizzata”, contiene resti di litici e di animali (mammiferi, uccelli, pesci) in eccezionale abbondanza. Nel periodo delle frequentazioni estive del Riparo da parte degli epigravettiani il livello marino era 65 m circa più basso di quello attuale. Pertanto dove oggi c’è l’Adriatico centro-settentrionale si estendeva una vasta pianura non molto dissimile da quella veneto-padana storica. La presenza di alcuni denti infantili, soli resti umani ritrovati, autorizza l’ipotesi di frequentazioni del riparo da parte di nuclei famigliari; e il ritrovamento di alcuni Gasteropodi marini, che c’erano contatti con nuclei umani prossimi al lontanissimo litorale del paleo Adriatico. Per la varietà delle specie e le dimensioni medie e grandi dei relativi esemplari la maggior parte della abbondante e assai diversificata fauna ittica ritrovata nel sito non può essere di provenienza locale, ossia dall’Altipiano dei sette Comuni, ma deve essere stata catturata in fiumi e laghi della paleo pianura. Di particolare interesse il ritrovamento di 265 singole pietre dipinte con ocra rossa, la maggior parte raffiguranti mammiferi, ma alcune anche figure antropomorfe. Quale significato abbia il fatto che in grandissima maggioranza le pietre dipinte siano state rinvenute con la superficie dipinta rivolta in basso a diretto contatto con il terreno, rimane per ora un mistero.
Venzo, G.A.; Dalmeri, G.; Neri, S.; Pontalti, L. (2009). Geomorfologia e ambiente dei territori frequentati dai cacciatori-raccoglitori epigravettiani del Riparo Dalmeri nel paleolitico superiore (Altipiano dei Sette Comuni, Provincia di Trento, Italia)., CLXVII: 1-13.
Geomorfologia e ambiente dei territori frequentati dai cacciatori-raccoglitori epigravettiani del Riparo Dalmeri nel paleolitico superiore (Altipiano dei Sette Comuni, Provincia di Trento, Italia)
DALMERI, GIAMPAOLO;NERI, STEFANO;
2009-01-01
Abstract
Nel 1990 Giampaolo Dalmeri identificò un sito preistorico epigravettiano sull’Altipiano dei Sette Comuni, in Provincia di Trento, Italia, internazionalmente noto come Riparo Dalmeri dal nome del suo scopritore. La frequentazione stagionale del riparo da parte di cacciatori- raccoglitori nomadi epigravettiani del Paleolitico superiore si è protratta nell’ interstadio Allerød per un periodo di 500 anni, all’incirca da 13.400 a 12.900 anni fa. La serie stratigrafica esplorata, definibile “fortemente antropizzata”, contiene resti di litici e di animali (mammiferi, uccelli, pesci) in eccezionale abbondanza. Nel periodo delle frequentazioni estive del Riparo da parte degli epigravettiani il livello marino era 65 m circa più basso di quello attuale. Pertanto dove oggi c’è l’Adriatico centro-settentrionale si estendeva una vasta pianura non molto dissimile da quella veneto-padana storica. La presenza di alcuni denti infantili, soli resti umani ritrovati, autorizza l’ipotesi di frequentazioni del riparo da parte di nuclei famigliari; e il ritrovamento di alcuni Gasteropodi marini, che c’erano contatti con nuclei umani prossimi al lontanissimo litorale del paleo Adriatico. Per la varietà delle specie e le dimensioni medie e grandi dei relativi esemplari la maggior parte della abbondante e assai diversificata fauna ittica ritrovata nel sito non può essere di provenienza locale, ossia dall’Altipiano dei sette Comuni, ma deve essere stata catturata in fiumi e laghi della paleo pianura. Di particolare interesse il ritrovamento di 265 singole pietre dipinte con ocra rossa, la maggior parte raffiguranti mammiferi, ma alcune anche figure antropomorfe. Quale significato abbia il fatto che in grandissima maggioranza le pietre dipinte siano state rinvenute con la superficie dipinta rivolta in basso a diretto contatto con il terreno, rimane per ora un mistero.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.