Le modificazioni climatico-ambientali che caratterizzano in Europa la fase del Dryas recente, ebbero un certo impatto sulle comunità epigravettiane dell’Italia nord-orientale, inducendo alcune modificazioni nell’organizzazione logistica dei gruppi umani. Nuovi dati utili ad una migliore comprensione di questa problematica derivano dalle ricerche condotte nel sito di Palù Echen, un accampamento all’aria aperta situato sull’Altopiano di Folgaria (Trentino, Italia) a 1260 m s.l.m. in prossimità di una torbiera. Il record archeologico, datato a 12.209 ± 197 anni cal. BP, consta unicamente di manufatti litici, conservati nella loro giacitura primaria grazie alla deposizione reiterata di sedimenti colluviali a copertura dell’originale superficie d’abitato epigravettiana. La semplicità dell’organizzazione spaziale, l’assenza o quasi di strutture di combustione e la limitata area di distribuzione del materiale, suggeriscono un’occupazione di breve durata e coincidono pienamente con le evidenze di altri siti prealpini attribuiti al Dryas recente. L’analisi tecnologica dell’industria litica ha evidenziato l’esistenza di un unico progetto integrato di tipo lamino-lamellare finalizzato all’ottenimento di diversi calibri morfo-dimensionali di supporti attraverso la progressiva riduzione dei nuclei. La semplificazione del sistema di produzione litica, elemento comune ai siti epigravettiani della seconda parte del Tardoglaciale, risulta evidente anche dall’utilizzo della percussione diretta alla pietra tenera quale prevalente tecnica di percussione. Il dispendio energetico necessario al confezionamento dei manufatti ritoccati risulta prevalentemente diretto verso l’ottenimento di armature, sottorappresentate tuttavia a livello numerico alla stregua dei supporti lamellari. Questo dato, associato alla quasi totale assenza di macrotracce diagnostiche da impatto sulle poche armature rinvenute, suggerisce lo svolgimento delle attività venatorie lontano dal sito ed il ripristino dei proiettili danneggiati in contesti diversi da quelli di Palù Echen. L’esistenza di una rete di siti complementari all’interno di un territorio abbastanza ridotto, appare supportata anche dall’analisi delle materie prime sfruttate nel sito e dalla presenza di evidenti frazionamenti spazio-temporali delle sequenze di riduzione. Il sito di Palù Echen può essere dunque interpretato quale accampamento di media quota frequentato episodicamente nella risalita dei versanti prealpini, nell’ambito di un sistema logistico caratterizzato da una mobilità estremamente accentuata.
Dalmeri, G.; Duches, R.; Avanzini, M.; Bassetti, M.; Flor, E.; Neri, S. (2013). Frequentazione delle medie quote montane durante il Dryas recente: nuove informazioni dal sito epigravettiano di Palù Echen (Altopiano di Folgaria, Trentino)., 47: 153-181.
Frequentazione delle medie quote montane durante il Dryas recente: nuove informazioni dal sito epigravettiano di Palù Echen (Altopiano di Folgaria, Trentino)
DALMERI, GIAMPAOLO;DUCHES, ROSSELLA;AVANZINI, MARCO;FLOR, ELISABETTA;NERI, STEFANO
2013-01-01
Abstract
Le modificazioni climatico-ambientali che caratterizzano in Europa la fase del Dryas recente, ebbero un certo impatto sulle comunità epigravettiane dell’Italia nord-orientale, inducendo alcune modificazioni nell’organizzazione logistica dei gruppi umani. Nuovi dati utili ad una migliore comprensione di questa problematica derivano dalle ricerche condotte nel sito di Palù Echen, un accampamento all’aria aperta situato sull’Altopiano di Folgaria (Trentino, Italia) a 1260 m s.l.m. in prossimità di una torbiera. Il record archeologico, datato a 12.209 ± 197 anni cal. BP, consta unicamente di manufatti litici, conservati nella loro giacitura primaria grazie alla deposizione reiterata di sedimenti colluviali a copertura dell’originale superficie d’abitato epigravettiana. La semplicità dell’organizzazione spaziale, l’assenza o quasi di strutture di combustione e la limitata area di distribuzione del materiale, suggeriscono un’occupazione di breve durata e coincidono pienamente con le evidenze di altri siti prealpini attribuiti al Dryas recente. L’analisi tecnologica dell’industria litica ha evidenziato l’esistenza di un unico progetto integrato di tipo lamino-lamellare finalizzato all’ottenimento di diversi calibri morfo-dimensionali di supporti attraverso la progressiva riduzione dei nuclei. La semplificazione del sistema di produzione litica, elemento comune ai siti epigravettiani della seconda parte del Tardoglaciale, risulta evidente anche dall’utilizzo della percussione diretta alla pietra tenera quale prevalente tecnica di percussione. Il dispendio energetico necessario al confezionamento dei manufatti ritoccati risulta prevalentemente diretto verso l’ottenimento di armature, sottorappresentate tuttavia a livello numerico alla stregua dei supporti lamellari. Questo dato, associato alla quasi totale assenza di macrotracce diagnostiche da impatto sulle poche armature rinvenute, suggerisce lo svolgimento delle attività venatorie lontano dal sito ed il ripristino dei proiettili danneggiati in contesti diversi da quelli di Palù Echen. L’esistenza di una rete di siti complementari all’interno di un territorio abbastanza ridotto, appare supportata anche dall’analisi delle materie prime sfruttate nel sito e dalla presenza di evidenti frazionamenti spazio-temporali delle sequenze di riduzione. Il sito di Palù Echen può essere dunque interpretato quale accampamento di media quota frequentato episodicamente nella risalita dei versanti prealpini, nell’ambito di un sistema logistico caratterizzato da una mobilità estremamente accentuata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.