Le indagini condotte sul territorio comunale di Buttrio (Udine, Friuli Venezia Giulia) a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, hanno portato alla raccolta di numerosi manufatti in selce litica scheggiata, presenti in superficie. Il materiale, oggi in deposito presso il Museo Friulano di Storia Naturale di Udine, è stato oggetto di uno studio tecno-tipologico che ha messo in luce l’esistenza di una pluralità di frequentazioni preistoriche del sito collocabili in diverse fasi cronologiche. Pochi manufatti, grazie ad alcuni elementi discriminanti (metodo di scheggiatura Levallois, raschiatoi di tipo Quina), sono stati attribuiti al Paleolitico medio mentre i restanti materiali sono da ascrivere ad una frequentazione dell’area durante il Neolitico antico. La gestione economica delle materie prime vede la predominanza dei litotipi locali sulla selce alpina che, contrariamente, si va diffondendo in maniera estesa nell’area padana e friulana occidentale con l’inizio del Neolitico antico. Questo dato associato alla vicinanza del sito alle aree di reperimento della selce locale, fa propendere per un’interpretazione funzionale di Buttrio quale centro destinato all’approvvigionamento delle materie prime. I dati tecnologici suggeriscono l’utilizzo di schemi operativi semplici, privi di una fase preliminare di messa in forma e caratterizzati da uno sfruttamento progressivo del volume del nucleo, mediante l’arretramento graduale della superficie di estrazione. Per quanto riguarda la struttura tipologica dell’industria, le caratteristiche evidenziate trovano pieno riscontro negli altri complessi litici dell’alta pianura friulana, delineando un quadro sostanzialmente unitario: classi dei grattatoi e delle troncature generalmente numerose, presenza di rari trapezi e di frequenti romboidi (anche di piccole dimensioni), l’uso della tecnica del microbulino, la saltuaria presenza di Bulini di Ripabianca e la presenza di manufatti in pietra levigata. Alcuni nuclei (per lo più discoidali) e tre geometrici trapezoidali potrebbero essere attribuibili al Mesolitico recente, anche se queste tipologie compaiono sporadicamente all’interno di altri siti del primo Neolitico. Il ritrovamento di alcuni foliati e di pochi strumenti di fattura campignana, sembra invece ricondurre a periodi più recenti, confermando il perdurare dell’occupazione di quest’area attraverso l’intero periodo del Neolitico fino all’avvento delle prime culture delle età dei metalli.

Duches, R. (2010). Rinvenimenti preistorici di superficie a Buttrio (Udine): nuovi dati sulla frequentazione paleolitica e neolitica nell’alta pianura friulana., 31: 125-140.

Rinvenimenti preistorici di superficie a Buttrio (Udine): nuovi dati sulla frequentazione paleolitica e neolitica nell’alta pianura friulana

DUCHES, ROSSELLA
2010-01-01

Abstract

Le indagini condotte sul territorio comunale di Buttrio (Udine, Friuli Venezia Giulia) a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, hanno portato alla raccolta di numerosi manufatti in selce litica scheggiata, presenti in superficie. Il materiale, oggi in deposito presso il Museo Friulano di Storia Naturale di Udine, è stato oggetto di uno studio tecno-tipologico che ha messo in luce l’esistenza di una pluralità di frequentazioni preistoriche del sito collocabili in diverse fasi cronologiche. Pochi manufatti, grazie ad alcuni elementi discriminanti (metodo di scheggiatura Levallois, raschiatoi di tipo Quina), sono stati attribuiti al Paleolitico medio mentre i restanti materiali sono da ascrivere ad una frequentazione dell’area durante il Neolitico antico. La gestione economica delle materie prime vede la predominanza dei litotipi locali sulla selce alpina che, contrariamente, si va diffondendo in maniera estesa nell’area padana e friulana occidentale con l’inizio del Neolitico antico. Questo dato associato alla vicinanza del sito alle aree di reperimento della selce locale, fa propendere per un’interpretazione funzionale di Buttrio quale centro destinato all’approvvigionamento delle materie prime. I dati tecnologici suggeriscono l’utilizzo di schemi operativi semplici, privi di una fase preliminare di messa in forma e caratterizzati da uno sfruttamento progressivo del volume del nucleo, mediante l’arretramento graduale della superficie di estrazione. Per quanto riguarda la struttura tipologica dell’industria, le caratteristiche evidenziate trovano pieno riscontro negli altri complessi litici dell’alta pianura friulana, delineando un quadro sostanzialmente unitario: classi dei grattatoi e delle troncature generalmente numerose, presenza di rari trapezi e di frequenti romboidi (anche di piccole dimensioni), l’uso della tecnica del microbulino, la saltuaria presenza di Bulini di Ripabianca e la presenza di manufatti in pietra levigata. Alcuni nuclei (per lo più discoidali) e tre geometrici trapezoidali potrebbero essere attribuibili al Mesolitico recente, anche se queste tipologie compaiono sporadicamente all’interno di altri siti del primo Neolitico. Il ritrovamento di alcuni foliati e di pochi strumenti di fattura campignana, sembra invece ricondurre a periodi più recenti, confermando il perdurare dell’occupazione di quest’area attraverso l’intero periodo del Neolitico fino all’avvento delle prime culture delle età dei metalli.
Preistoria
articolo in rivista
2010
pubblicato
31
125
140
No
senza Impact Factor
no
Duches, R.
Duches, R. (2010). Rinvenimenti preistorici di superficie a Buttrio (Udine): nuovi dati sulla frequentazione paleolitica e neolitica nell’alta pianura friulana., 31: 125-140.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10991/106
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